Tag: calcio

Come si mantiene un risultato positivo nel tempo?

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E’ possibile mantenere costante nel tempo un risultato positivo? Sentite cosa dice Marcelo Bielsa, allenatore argentino di calcio, considerato uno dei più grandi professori ed insegnanti della storia del calcio e oggi allenatore della nazionale dell’Uruguay:

“I risultati positivi non si mantengono cedendo il pallone e difendendo il risultato acquisito vicino alla propria area ma si preservano continuando a fare ciò che ci ha fatto andare in vantaggio, cioè giocare nella metà campo avversaria e attaccare. E’ un errore pensare che per mantenere un risultato positivo si debba fare il contrario di quello che ho fatto per ottenerlo”.

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Come è nata la mia educazione allo sport

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Com’è nata la mia educazione allo sport? Nel giorno del mio cinquantanovesimo compleanno e del secondo di questo blog (nato il 19 agosto 2021), mi sono posto questa domanda, stimolato dalla curiosità di guardarmi dentro, di mettere mano ai ricordi per cercare di comprendere quando e come è nata la mia mentalità sportiva.

Facendo questo percorso all’indietro, ho riscoperto i valori e l’educazione sportiva che mi hanno dato i miei genitori. Sì, ho messo a fuoco il ruolo “sportivo” di mio padre e mia madre. Con molte sorprese, tante riflessioni e un po’ di commozione. Continua a leggere

Da bambino vidi Pelé e fu subito amore per il calcio

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Ieri, 29 Dicembre 2022, alle ore 19.27 ore italiana, è morto Edson Arantes do Nascimento detto Pelé.

Ero preparato, come purtroppo accade, quando si parla di malattie incurabili; ti prepari da tempo, te lo aspetti, inizi ad elaborare il lutto molto tempo in anticipo.  In questi giorni, infatti, mi capitava di scorrere le agenzie di stampa web e di cercare notizie su Pelé, aspettando quella definitiva che, poi, puntualmente, è arrivata ieri all’ora di cena.

E all’improvviso tutte le chiacchiere a tavola si sono congelate e la mia mente ha iniziato a riavvolgere il nastro del film dei ricordi legati al calcio, allo sport e all’amore di tutti noi per le gesta sportive dei grandi atleti.

Questo articolo è l’ideale continuazione temporale ed emozionale della storia che ho raccontato il 4 giugno di quest’anno su questo blog nell’articolo Italia Germania, una partita di calcio lunga una vita (link a fondo pagina).

Ed è il mio piccolo omaggio a Pelé. Continua a leggere

A 58 anni mi tengo in forma così!

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Oggi compio 58 anni e ho voluto farmi gli auguri. Buon compleanno, Paolo! In fondo non me li ero mai fatti, a pensarci bene. Sentivo di dedicare qualche pensiero alla mia vita di oggi, dopo aver scritto, in questo blog, tanto del passato e dei miei ricordi.

In questi ultimi tempi, ho preso la consapevolezza di essere un professionista amatoriale. Lo chiamerò d’ora in poi Pro-Am, per comodità di linguaggio. In questo articolo cercherò di raccontare come mi tengo in forma alla mia età, nella speranza che questa testimonianza stimoli i miei coetanei e anche i più giovani, a perseguire il top della propria energia mentale e fisica. Continua a leggere

La sconfitta ha una dignità che la vittoria non conosce

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In molti articoli di questo blog, in particolare ne La sconfitta è utile per apprendere, mi sono già occupato di analizzare, sotto il profilo umano e formativo, le fasi e le reazioni emotive che la sconfitta può arrecare alla mentalità dello sportivo e del professionista. Ho fatto anche molti riferimenti alla nostra vita di tutti i giorni e a come il ciclo sconfitta/vittoria possa essere comparato con il quotidiano vivere di ognuno di noi.

La citazione del titolo è di Jorge Luis Borges, poeta e filosofo argentino, uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo. Non è un mistero che sia una delle frasi che amo di più. In questo nuovo articolo desidero approfondire ancora questi temi, ripartendo sia da Borges che dal messaggio contenuto in una famosa citazione di Nelson Mandela: “Nella vita o si vince o si impara”. 

Grazie a Lorenzo Cazzaniga che mi ha davvero ispirato per questo articolo. Continua a leggere

Dai sfidiamoci a muretto! Il gioco come addestramento

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“Dai Paolo, scendi! Ti sfido a muretto! Chi perde porta la borsa all’altro per una settimana al campo!”

La voce di Bruno si sentiva dalla strada. E così nei pomeriggi del dopo scuola, per ore ci sfidavamo a muretto, ogni volta trovando un premio, un pegno o un obiettivo da raggiungere.

In questo articolo, che è un viaggio tra i miei ricordi di infanzia, la mia istantanea del passato si sofferma oggi sul gioco del muretto o battimuro, sulle ore passate a giocare e ad addestrarsi, senza sapere di farlo.

E fu così che un giorno, ci ritrovammo con i piedi sensibili e delicati, forgiati da ore e ore di palle tirate contro un muro. Crescendo e praticando altri sport, ho parlato con colleghi, maestri e coach: la mia convinzione è stata confermata. Il gioco è il miglior veicolo di addestramento possibile e coloro che si sono scoperti, da grandi, ad avere piedi, braccia, mani sensibili e tocchi vellutati, hanno avuto un denominatore comune: le ore passate a tirare una palla contro un muro, con i piedi, con le mani o con una racchetta. Continua a leggere

Italia Germania, una partita di calcio lunga una vita

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“Papà, mi svegli vero?” “Sì, Paolino, ti sveglio io quando scendono in campo!”

No, tu mi dici così ma non mi sveglierai, lo so che andrà così”. “Adesso vai a letto, altrimenti non ti chiamo davvero”.

La minaccia mi sembrò seria, non mi restava altro che obbedire. Era troppo importante per me vedere quella partita e acconsentii. Mio padre fu di parola e alle 23 circa (ora italiana) del 17 giugno 1970 mi chiamò per vedere Italia Germania, la storica semifinale dei mondiali di Mexico ’70.

Avevo sei anni non ancora compiuti. E’ il mio primo ricordo calcistico, probabilmente la partita che determinò il mio amore per il calcio, per lo sport e che mi diede un imprinting sportivo. Per questo alla vigilia di una più modesta Italia-Germania di Nation League che vedrò allo stadio Dall’Ara di Bologna, mi sono tornati alla mente i ricordi fortissimi di tutte le Italia-Germania della mia vita. Continua a leggere

Il Grande Torino e la tragedia che cambiò la storia del calcio italiano

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Il Grande Torino e l’anniversario della tragedia di Superga. Sono passati settantatré anni dal 4 maggio 1949, quando gli ” Invincibili” persero la vita in un drammatico disastro aereo.

Eppure siamo ancora qui a ricordare e a commentare, senza barriere di tifo, un evento tragico che, sicuramente, ha cambiato il corso della storia sportiva d’Italia.

Ho sentito il bisogno di dare la mia piccola testimonianza ne La pillola sportiva della settimana. Ne parlerò con un pizzico di nostalgia e di emozione in più perché ho respirato da vicino, negli anni settanta, l’atmosfera dello stadio Filadelfia del Grande Torino. Ho sentito da vicino i ricordi di chi allora c’era, ho calcato l’erba di quel campo e sono stato negli spogliatoi dove quei campioni hanno vissuto. Per me questo non è un articolo qualunque ma un pezzo della mia vita. Continua a leggere

91.648 spettatori al Camp Nou per la Champions League Femminile

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Il Barcellona ieri sera ha ospitato alle ore 18.45, il Wolfsburg per la semifinale di andata della Woman’s Champions League 2021/2022. La vera notizia è un’altra: lo stadio fa segnare il nuovo record di spettatori per un match femminile, 91.648 spettatori che batte il precedente record, detenuto sempre dal Barcellona, di 91.553 persone.

Questa partecipazione mi ha davvero emozionato e la pillola sportiva della settimana è il racconto di una emozione che è iniziata poco dopo il fischio di inizio sul mio smartphone ed è continuata per tutta la sera, fino all’articolo di oggi. Continua a leggere

La sconfitta è utile per apprendere

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Nella pillola sportiva di questa settimana ho parlato del senso di fallimento nato dopo l’eliminazione dell’Italia dalla fase finale del campionato del mondo di calcio. Riparto dalle parole di quell’articolo per approfondire un tema che riguarda tutti noi. Chi nella propria vita non è stato preso da un senso di fallimento dopo una sconfitta o un risultato negativo?

Superare l’idea della sconfitta significa innanzitutto riconoscere il fallimento e ricominciare. La prima cosa da superare è la sensazione di aver fallito. Un esame, un progetto di lavoro, una relazione sentimentale o un altro obiettivo non andato a buon fine potrebbe portare, all’inizio, ad un forte senso di fallimento.

Cercherò di riassumere in queste righe un tema molto complesso che tratto nella mia attività di coach, HR e formatore: è un argomento che affronto nelle aziende, team sportivi e anche nei miei interventi privati, con studenti e genitori. Continua a leggere