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“Dai Paolo, scendi! Ti sfido a muretto! Chi perde porta la borsa all’altro per una settimana al campo!”

La voce di Bruno si sentiva dalla strada. E così nei pomeriggi del dopo scuola, per ore ci sfidavamo a muretto, ogni volta trovando un premio, un pegno o un obiettivo da raggiungere.

In questo articolo, che è un viaggio tra i miei ricordi di infanzia, la mia istantanea del passato si sofferma oggi sul gioco del muretto o battimuro, sulle ore passate a giocare e ad addestrarsi, senza sapere di farlo.

E fu così che un giorno, ci ritrovammo con i piedi sensibili e delicati, forgiati da ore e ore di palle tirate contro un muro. Crescendo e praticando altri sport, ho parlato con colleghi, maestri e coach: la mia convinzione è stata confermata. Il gioco è il miglior veicolo di addestramento possibile e coloro che si sono scoperti, da grandi, ad avere piedi, braccia, mani sensibili e tocchi vellutati, hanno avuto un denominatore comune: le ore passate a tirare una palla contro un muro, con i piedi, con le mani o con una racchetta.

Il gioco del muretto o battimuro

Come definizione generale, il gioco chiamato muretto o battimuro è un gioco in cui giocatori di numero variabile si sfidano tra loro; la cosa fantastica è che puoi giocare anche da solo, tanto esiste un compagno-amico che è proprio il muro.

Il muretto è una variante del più famoso calcio, creato per poter giocare con il pallone sebbene il numero dei giocatori sia minore o non essendo presente un campo da calcio regolare. E’ un gioco fatto per strada e per la strada, ha innumerevoli varianti e punteggi, ma i punti principali del gioco sono:

  1. il numero di giocatori non è determinante
  2. non si possono usare le mani
  3. non vi è un limite di tempo
  4. Per poter giocare sono necessari solo un pallone ed un muretto (da cui prende il nome) con davanti uno spazio abbastanza vasto

Le regole generali

In genere il gioco si svolge nel modo seguente: il primo giocatore lancia la palla contro il muro con i piedi, il giocatore successivo deve fare poi lo stesso dopo che la medesima ha rimbalzato contro il muro. Se un giocatore non riesce a colpirla, fa più di un tocco o non colpisce la porzione di muro prestabilita, viene eliminato o penalizzato.

L’ultimo giocatore che resta in gioco vince la partita o, nell’eventualità si faccia più di una manche, riceve un punto, nel qual caso, vince chi per primo ottiene il punteggio prestabilito.

Le mie regole del gioco

Io e il mio amico Bruno abbiamo iniziato così, avevamo 6 o 7 anni, credo; con il tempo ci piacque rendere il gioco sempre più difficile. A noi si aggiunsero altri amici, in modo da rendere le varianti sempre più performanti e sfidanti.

Innanzitutto, il muretto era sempre di dimensioni variabili, mai delle dimensioni della sfida precedente. Per scaldarci partivamo con l’intero muro della facciata del nostro palazzo: delimitavamo “il campo di gioco” con maglie, scarpe, sassi o qualsiasi oggetto potesse rappresentare un paletto.

gioco

Palestra Onlife Castelmaggiore – Paolo Muretto – foto di Lorenzo Orlandini Settembre 2021

Finito il gioco base, ci inventavamo complicanze. Il muretto diventava “murino” e si stringeva il campo di gioco, accorciando le dimensioni del muro da colpire con la palla. Che bello! Prima io, poi lui; prima lui, poi io.

Il record fu una giornata di luglio, le scuole erano finite e ci sfidammo per un pomeriggio intero, fino a quando le luci della sera ci sorpresero. Come faccio a ricordarlo? Me lo ricordo, eccome.

Mentre stavamo finendo gli ultimi “tocchi”, così si chiamavano i nostri calci contro il muro in dialetto veronese, vidi un’ombra. Era mia madre, mi rincorse per decine di metri per acchiapparmi.

Avevo perso la cognizione del tempo ed era arrivata l’ora della cena, quella sera le presi di santa ragione da mia madre. E non tardai più da allora!

Tocco di palla e avversario in difficoltà

Chi pensa che il gioco sia solo quello di mandare la palla sul muro, commette un errore superficiale. Uno dei segreti più importanti, soprattutto quando la gara è con tanti avversari, è quello di mandare la palla a muro nel modo più scomodo per colui che viene dopo di te. Tirare forte, angolato, in diagonale, in tutti i modi possibili serve a far prendere meno punti all’avversario o addirittura ad eliminarlo.

Negli anni ’70, quando io e Bruno eravamo bambini, il segreto era mandare la palla in posti scomodi. Non eravamo in piazze sgombre ma spesso ci inventavamo di giocare a muretto in parcheggi o proprio in strada. Così, la palla spesso finiva dietro auto o altri muri, rendendo quasi impossibile per l’avversario ricolpirla mandandola  a muro correttamente. Eppure ogni tanto, attraverso colpi impossibili, riuscivamo ad andare a muro. Così miglioravamo la nostra tecnica, ogni giorno.

Quanto ci sia servito questo allenamento per diventare bravi con i piedi, non lo possiamo quantificare. Tiri ad effetto, tiri precisi, volutamente imprecisi, anche qualche colpo di testa. Il gioco ci ha aiutato a stare insieme e ad allenare il nostro bagaglio tecnico, che nel mio caso è servito negli anni per destreggiarmi meglio sui campi di calcio.

Altre testimonianze: il muretto nel gioco con la racchetta

Come forse alcuni di voi hanno avuto modo di leggere su questo blog (Clicca qui), da circa un anno mi sono spostato dai piedi alla racchetta. E così ho scoperto che i miei maestri avevano analoghe abitudini da bambini. Ore e ore passate a giocare con il muro, che di fatto è un perfetto allenatore che non sbaglia mai, ti ridà sempre la palla di sponda con grande precisione.

Racconta, Riccardo, uno dei miei maestri di padel: “Anche chi ha giocato o gioca a tennis, beach tennis o padel vanta trascorsi di muretti accaniti a giocare contro avversari o contro sé stesso, migliorando tecnica, sensibilità del colpo e facendolo soprattutto con grande divertimento. Io ho passato la mia infanzia a tirare con la racchetta la palla contro il muro. Mi ero dipinto con la vernice una rete da tennis ideale sul muro e per anni ho giocato da solo, perfezionando i miei colpi. E questo è una delle ragioni per cui ho ancora oggi un braccio allenato e sensibile”.

Il gioco ludico come veicolo di addestramento

Da un punto di vista formativo considero il gioco il miglior modo per apprendere tecnica, sincronismo e tattica. La modalità ludica è fortemente utilizzata da tecnici nell’addestramento dei più giovani. Il gioco è un vero e proprio strumento per l’apprendimento. Infatti, non deve essere visto solo come momento ludico, ma come un vero e proprio momento di formazione.

Il muretto è una pratica diffusa del Free Style

Oggi il muretto è diventato qualcosa di diverso, si è persa la poesia di quei pomeriggi infiniti dove le sfide non finivamo mai. ma ancora resiste sui social e in contest “acchiappalike”.  Per lasciarvi, amici, vi allego questo video di YouTube in cui potete capire le dinamiche generali del gioco di oggi che assomiglia ma non sarà mai più il “muretto di strada” praticato da tanti ragazzi negli anni ’70.

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