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Con la Mentalità Sportiva per un 2024 di passione e determinazione

Tempo stimato di lettura: 3 minuti

Cari lettori de La Mentalità Sportiva,

sono Paolo Morabito, il fondatore di questo blog che ha come obiettivo principale ispirare e promuovere la mentalità sportiva nella vita e nel mondo della formazione. In questo primo articolo del 2024, voglio condividere con voi la mia storia personale e i motivi profondi che mi hanno spinto a lanciare questo progetto. Continua a leggere

Tra i boschi trovo me stesso – Parte Prima

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Ora che è tornato il freddo e fuori piove, in questo sabato mattina di maggio, mi ritrovo solo a guardare fuori dalla finestra di casa. Il ricordo dei tanti viaggi fatti da maggio a settembre su e giù per i miei amati Appennini Bolognesi mi assale. Quanta bellezza, che formidabile recupero di energie, quante idee, anche lavorative, nate di fronte allo spettacolo della natura, nel silenzio dei boschi e delle foreste appenniniche!

Nella mia agenda personale non può mai mancare un momento di meditazione personale. Da anni mi prendo il tempo di fare relax e recupero energie tra le foreste e i boschi italiani, in particolare quelli vicino alla mia città, Bologna. Senza dimenticare le mie passioni, i miei hobbies, come quello di ricercare funghi per un buon risotto da cucinare al rientro a casa.

In questo racconto, spero di trasferirvi almeno una piccola parte delle infinite emozioni che provo ogni volta che decido di partire. Da solo, per cercare un po’ me stesso e farmi trovare dai miei amati funghi….perché diciamolo, senza anticipare nulla, sono loro che trovano me e non viceversa…

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Arianna Zucchini e il Test Intelligenza Emotiva per il tennis

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Arianna Zucchini ha 19 anni (10 luglio 2003) ed è una giovane promessa del tennis femminile italiano. Attualmente occupa la posizione 652 del ranking WTA singolo, la Women’s Tennis Association che è l’associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tennis di tutto il mondo. Questo articolo è la storia dell’incontro tra me ed Arianna, in cui ho cercato di capire come darle una consapevolezza mentale più grande, fattore che può davvero fare la differenza per un professionista di qualsiasi livello.

Come ho raccontato in altri articoli del blog,  un bel giorno ho deciso di dedicare la mia vita ai giovani talenti o meglio al talento in generale, per essere utile a tanti ragazzi nell’inseguire i loro sogni. La Vision di ognuno di noi nasce dal profondo del cuore, se la sappiamo cercare e trovare.

Ero un talento puro dello sport e ad un certo punto, ho abbandonato il mio sogno per inseguirne un altro ma quel giorno decisi una cosa: avrei dedicato la mia vita professionale nell’ aiutare tanti giovani ad inseguire i loro sogni scolastici, professionali e sportivi.

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Italia Germania, una partita di calcio lunga una vita

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“Papà, mi svegli vero?” “Sì, Paolino, ti sveglio io quando scendono in campo!”

No, tu mi dici così ma non mi sveglierai, lo so che andrà così”. “Adesso vai a letto, altrimenti non ti chiamo davvero”.

La minaccia mi sembrò seria, non mi restava altro che obbedire. Era troppo importante per me vedere quella partita e acconsentii. Mio padre fu di parola e alle 23 circa (ora italiana) del 17 giugno 1970 mi chiamò per vedere Italia Germania, la storica semifinale dei mondiali di Mexico ’70.

Avevo sei anni non ancora compiuti. E’ il mio primo ricordo calcistico, probabilmente la partita che determinò il mio amore per il calcio, per lo sport e che mi diede un imprinting sportivo. Per questo alla vigilia di una più modesta Italia-Germania di Nation League che vedrò allo stadio Dall’Ara di Bologna, mi sono tornati alla mente i ricordi fortissimi di tutte le Italia-Germania della mia vita. Continua a leggere

Dentro e fuori le mura in bicicletta

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Sto recuperando dal mio infortunio e mordo il freno per tornare a giocare a padel. Oramai sono fermo da 10 giorni. Seguo una tabella da pensionato ma capisco che è giusto modulare abitudini alimentari e atletiche. I progressi mi incoraggiano, mi illudo di essere quasi pronto: d’altronde è il primo infortunio che subisco e sto facendo una nuova esperienza.

Frenato dai medici e dal coach, devo cambiare i miei programmi e per una serie di circostanze, anche casuali, mi sono ritrovato a riscoprire uno dei miei viaggi ignoranti preferiti: il city biking o MTB (mountain bike) city biking, il viaggio in bicicletta attraverso la città, le sue bellezze, i monumenti e l’osservazione del genere umano visto dalle due ruote.

Questo racconto è dedicato a tutti coloro che amano la bicicletta, i centri storici, le piste ciclabili e… i “viaggetti ignoranti”, quelli che non programmi, che organizzi all’ultimo momento ma che ti danno emozioni inattese. Continua a leggere

La guerra cambia lo schema di gioco

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L’invasione russa dell’Ucraina è iniziata alle 4 del mattino del 24 febbraio, ora italiana. Sono le 6.30 quando la mia sveglia biologica mi porta verso la cucina per preparare la colazione.

Accendo stranamente la tv, cosa che di solito non faccio. Sono giorni che sono preoccupato, le notizie che arrivano dall’Est Europa mi mettono una palese  inquietudine. Il mio istinto mi porta a cercare un telegiornale. Non ce n’è bisogno, tutti i canali sono in diretta live e scandiscono più o meno queste parole: Continua a leggere

Vito Melito, il mio maestro di corsa

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Il mio incontro con il maestro Vito Melito, leggenda del podismo italiano e della Cento KM del Passatore, avvenne il 20 dicembre 2018 nel periodo in cui stavo cercando di tornare ad una vita normale, dopo l’ictus che mi aveva colpito nell’aprile del 2017. Leggi qui.

Solo pochi mesi dopo il nostro incontro, il 28 Giugno del 2019, Vito se ne andò per sempre, colpito proprio da un ictus improvviso che non gli lasciò scampo. Ci siamo frequentati per poco tempo ma è stato, senza dubbio, il mio maestro di corsa e di vita.

Non conta la durata di un rapporto, conta la nostra capacità di cogliere al volo gli insegnamenti dei maestri che incontriamo.

Vito = Etim. Colui che ha vita Continua a leggere

Correre a San Luca è una regola – Secondo e ultimo tempo

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(Continua) Verso la Basilica di San Luca. Mi trovo alla curva delle Orfanelle. E’ qui che il fisico chiede la prima verifica. Sia chiaro che questo punto difficile della salita chiede il conto ad un amatore, ad un principiante, ad un ibrido come me. Se sei un runner, allenato solo alla corsa, vai su che è un piacere. Vito Melito mi diceva che un professionista può percorrere la distanza di due chilometri, in salita dal Meloncello alla Basilica, in meno di quattro minuti.

A me che, sono a metà del percorso, sembra manchi un mese all’arrivo. Eppure non mollo, devo tenere il ritmo giusto ascoltando il mio corpo.

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Correre a San Luca è una regola – Primo tempo

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A fatica raggiungo il posto auto, raccatto tutto il raccattabile dall’abitacolo e mi fiondo in ascensore con la borsa da lavoro che oggi mi sembra più pesante del solito. Un unico pensiero: salire a San Luca, correre, isolarmi, pensare o non pensare, nutrirmi di paesaggi mentre le mie gambe girano. E rinascere a nuova vita per il giorno dopo. Sì, perché correre a San Luca per me è una regola (Cit. Luca Carboni, Bologna è una regola).

Ore 19.00 di un giorno qualunque di settembre particolarmente duro. Sono uscito davvero steso dal mio ruolo HR, come mi capita spesso. Parlare con tante persone ogni giorno, in one to one, significa entrare nella vita di ognuno. Problemi personali, conflitti, situazioni sentimentali in crisi, rapporti controversi in famiglia, tutto quello che può demotivare sul lavoro esce dal corpo della risorsa e finisce nel mio, con un transfert immediato. Ho scelto questo, mi piace, mi emoziona, mi consuma. Continua a leggere