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Arianna Zucchini ha 19 anni (10 luglio 2003) ed è una giovane promessa del tennis femminile italiano. Attualmente occupa la posizione 652 del ranking WTA singolo, la Women’s Tennis Association che è l’associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tennis di tutto il mondo. Questo articolo è la storia dell’incontro tra me ed Arianna, in cui ho cercato di capire come darle una consapevolezza mentale più grande, fattore che può davvero fare la differenza per un professionista di qualsiasi livello.

Come ho raccontato in altri articoli del blog,  un bel giorno ho deciso di dedicare la mia vita ai giovani talenti o meglio al talento in generale, per essere utile a tanti ragazzi nell’inseguire i loro sogni. La Vision di ognuno di noi nasce dal profondo del cuore, se la sappiamo cercare e trovare.

Ero un talento puro dello sport e ad un certo punto, ho abbandonato il mio sogno per inseguirne un altro ma quel giorno decisi una cosa: avrei dedicato la mia vita professionale nell’ aiutare tanti giovani ad inseguire i loro sogni scolastici, professionali e sportivi.

La luce che emana un talento

Quando incontro un talento lo riconosco. Non sempre è stato così, forse è l’esperienza che ho acquisito, forse la mia dote si è affinata. Sta di fatto che quando Arianna Zucchini è entrata con il suo maestro Giuseppe Postorino nel mio studio, ho visto nei suoi occhi una luce che conosco. Non saprei descriverla ma è la luce di chi crede in un sogno, è come se gli occhi di chi ha un sogno aprissero un varco di chilometri in chi li guarda, ci puoi quasi entrare dentro e viaggiare nel futuro.

Giuseppe Postorino

Osservazione e condivisione dei metodi di allenamento mentale con Giuseppe Postorino – Foto Orlandini

Ascoltando le parole di Giuseppe e di Arianna, ho rivisto la mia storia iniziale. I sacrifici della ragazza, quelli della sua famiglia che sta investendo tutto per amore della figlia, del suo maestro che molla i suoi ben remunerati corsi per inseguire un sogno con lei. E mi metto ad ascoltare in silenzio. Quanto è importante ascoltare i sogni…

La storia di Arianna

Arianna inizia a giocare a tennis all’età di 5 anni, perché lo praticava la sorella maggiore, ed andava a prenderla sempre accompagnata dal nonno paterno; così si appassiona anche lei e incomincia a giocare. Viene notata all’età di 12 anni durante il
Campionato Italiano Under 12 al TC Bonacossa di Milano dal maestro
Giuseppe Postorino, suo attuale coach, all’epoca direttore tecnico della scuola del Circolo Tennis Bologna, e nello stesso anno si tessera presso lo storico circolo bolognese.

Arianna Zucchini

Allenamento alta intensità – Arianna Zucchini con il maestro Giuseppe Postorino – Foto Lorenzo Orlandini

Nel 2016, a soli 13 anni, esordisce nel campionato a squadre di Serie B sempre con la maglia del Circolo Tennis Bologna, e nello stesso anno ottiene la sua prima semifinale al torneo Tennis Europe di Brindisi, seguita dal titolo di doppio nel Tennis Europe di Correggio, e arriva il suo primo titolo internazionale nel torneo Tennis Europe di Malta. Raggiunge il suo best ranking nella classifica mondiale Tennis Europe Under 14, con la posizione di 95.

Dal 2017 inizia a giocare tornei ITF Junior e il 6 gennaio 2020 raggiunge il suo best ranking mondiale: 179. Da programma col coach, inserisce i tornei dello slam juniores, ma purtroppo il Covid-19 blocca tutta l’attività. Nel 2021 termina la sua attività junior e avvia la sua attività da pro. Oggi, a 19 anni, occupa la posizione n.652 nel ranking singolo WTA e n.675 nel ranking WTA Doppio.

Il salto di qualità è nella consapevolezza e nella gestione di sé

Nella storia di Arianna ci sono tutti gli ingredienti per poterla considerare arrivata ad un punto di svolta per compiere un salto di qualità.  Dopo aver ascoltato le sue risposte alle mie domande, con l’aiuto di Giuseppe, mi sono preso qualche giorno per pensare.

Lei ha già uno staff completo che la segue: oltre agli sponsor tecnici, il suo sponsor principale è la sua famiglia, la Federazione Italiana Tennis e Padel la supporta, insieme al Circolo Tennis Bologna che è il circolo dove è iscritta. Inoltre, ricordiamo il suo maestro/mentore/coach Giuseppe Postorino, un preparatore fisico, un mental coach, un nutrizionista, un fisioterapista.

Allenamento

Arianna Zucchini in allenamento al Circolo Tennis Bologna – Foto Lorenzo Orlandini

Che cosa avrei potuto fare io? La risposta: quello che so fare meglio e cioè fornirle una grande consapevolezza caratteriale e nella gestione emozioni prima, durante e dopo la gara.

Arianna si conosce, certo. Una cosa, però, è avere una immagine di sé, un’altra è prendere coscienza in modo scientifico di sé e di come gestiamo noi stessi. Da anni dedico una parte importante del mio lavoro allo studio e all’applicazione dell’Intelligenza Emotiva nelle nostre vite. E così, la mia decisione è arrivata, sottoporre Arianna al Test Intelligenza Emotiva per lo sport. Ho chiamato lei e Giuseppe che hanno accettato con entusiasmo.

 

L’Intelligenza Emotiva nello sport

“L’Intelligenza emotiva (per me è meglio definirla Intelligenza Emozionale come nella lingua originale) è la capacità di usare l’intelligenza razionale per conoscere e poi gestire le mie emozioni e quelle interpersonali.

Tutte le emozioni sono, essenzialmente, impulsi ad agire. La radice stessa della parola emozione è il verbo latino «moveo» (muovere) con l’aggiunta del prefisso «e» = movimento da. Sta ad indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire.

Per un atleta diventa importante quello che io chiamo “l’elastico freno e rilascio” cioè la capacità di conoscere il proprio interiore, ascoltarlo, parlare con sé stessi e saper frenare in alcuni momenti e lasciar andar in altri le proprie emozioni.

Intelligenza Emotiva

Io e Arianna sul campo del Circolo Tennis Bologna con il report Intelligenza Emotiva – Foto Lorenzo Orlandini

Studi e ricerche recenti, anche in ambito sportivo, hanno costantemente dimostrato che l’Intelligenza Emotiva (IE) è alla base dell’efficacia nelle prestazioni, nei sempre più complessi rapporti che l’atleta deve intrattenere con coach, sponsor, media, fan e tecnici, in sostanza nelle relazioni interpersonali e nella capacità di leadership.

Gli atleti che mostrano di possedere un più alto grado di IE riescono a comprendere meglio se stessi e gli altri, ad essere più sicuri delle proprie decisioni, del proprio punto di vista e, soprattutto, della velocità con cui possono prendere decisioni dentro e fuori dal campo.

È stato anche accertato che profili più elevati di Intelligenza Emotiva sono in grado di gestire al meglio e con efficacia le proprie emozioni, disponendo di energie, motivazioni e ottimismo per affrontarle. Inoltre, si è anche osservato che sono più interessati alle dinamiche organizzative e interpersonali del lavoro in team, e che si relazionano con i propri collaboratori con più tatto ed empatia.

Conclusioni

In questi giorni Arianna, attraverso una serie di questionari self-report, ha ultimato le prove previste dai test. Ho condiviso con lei i risultati in una session online e poi le ho consegnato materialmente il report sul campo di allenamento del suo circolo a Bologna. L’obiettivo era fornirle una mappa dettagliata del quadro emozionale.

Il test esplora le dimensioni dell’Intelligenza Emotiva di Arianna, nella cornice teorica e concettuale proposta da Daniel Goleman e colleghi.

Intelligenza Emotiva

Un momento di pausa nel duro training che Arianna sostiene – Io e Arianna – Foto Lorenzo Orlandini

Il report delinea i punti di forza e le aree di miglioramento di Arianna su ogni area di competenza dell’IE. Naturalmente le informazioni contenute in questa relazione dovrebbero essere trattate come ipotesi da esplorare e confrontate con altre informazioni desunte con altri strumenti e metodi di allenamento/valutazione.

Per esempio, il colloquio di consegna degli esiti in cui si discute con l’atleta il report sull’IE, lo può aiutare a comunicare meglio con sé stesso e a parlare con il proprio essere interiore che in psicologia dello sport, si chiama self-talk. Lo scopo del self-talk è quello di attivare risposte attraverso l’uso delle affermazioni, per raggiungere risultati legati alla performance e migliorare le proprie prestazioni (da una conversazione recente con Elena Beatrice Mancini).

Spero che questo lavoro abbia fornito ad Arianna Zucchini e al suo maestro Giuseppe Postorino un quadro utile e innovativo della consapevolezza dell’atleta.

Gestire le proprie emozioni prima come arrivare alla gara con le energie intatte, saper cogliere spunti emotivi di sé e dell’avversario durante la gara e, nel dopo gara,  recuperare energie nervose in tornei con gare ravvicinate, è il salto di qualità che molti atleti, compreso Arianna, possono compiere per migliorare le proprie prestazioni e vedere compensati tutti i sacrifici fatti finora.

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