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Ho già raccontato in questo blog che tra le competenze che mi sono riconosciute in oltre 25 anni di lavoro ci sono l’analisi dei profili e lo studio delle attitudini della persona. Senza questo passo iniziale non potrebbero esistere tutte le altre mie attività come la selezione, la gestione, la formazione, lo sviluppo del potenziale individuale e in team.

Come un medico è giusto partire dalla RX o meglio ancora dalla risonanza magnetica per interpretare referto e immagini, senza dimenticare la storia della persona e la sua condizione specifica.

Sono più di undicimila le “radiografie” di profili che ho eseguito, interpretato e sviluppato da quando, nel 1996, ho intrapreso la mia carriera di HR manager e formatore. Di questo e altro vi racconterò in questo articolo di oggi.

Un campo di gioco diviso a metà

Il mio lavoro, infatti, si sviluppa in un campo di gioco diviso in due, nella prima metà campo c’è l’area life (privato), nell’altra metà l’area business (aziendale-professionale). In entrambe le metà campo posso giocare in due modalità:

  • individuale, in cui il mio lavoro è simile a quello di un personal trainer che aiuta il giocatore singolo a tracciare il proprio identikit, a trovare il proprio percorso, a svilupparlo e ad organizzarlo attraverso allenamenti specifici in base all’obiettivo personale che abbiamo condiviso.
  • team, in cui paragono il mio lavoro a quello del direttore sportivo di una squadra. Qui mi dedico non al singolo ma ad un gruppo di persone, seguendo il ciclo completo che va dallo studio iniziale dei profili, allo sviluppo e al modellamento del team nelle sue fasi.

Per questo motivo, una mattina del 2021 ho pensato che il pay off più centrato per La mentalità sportiva fosse Analisi (studio e comprensione del profilo) e Sviluppo Attitudini  (formazione e sviluppo del profilo).

Il fischio di inizio della partita

Quello che accomuna le due metà campo del mio lavoro è lo studio preliminare delle attitudini del giocatore, questo è il vero fischio d’inizio della partita. Ognuno di noi è portato per qualcosa e questa predisposizione si forma nei primi sei o sette anni della vita di un bambino; le attitudini, come la mentalità, restano croniche per tutta la vita e insieme formano il carattere di ognuno di noi. Lo studio di questo aspetto diventa decisivo, dunque, con il singolo e, poi, il team:

  • nella prima, per esempio, nella ricerca delle leve utili ad una crescita personale o per imbastire percorsi di coaching individuale.
  • nella seconda, per comprendere le attitudini potenziali del singolo giocatore ed incastrarle all’interno di un gruppo già esistente; allo stesso modo, mi muovo per la costruzione di nuove squadre, in base alle caratteristiche indicate da chi deve gestire il team.

In ultimo la scoperta delle attitudini del profilo è utile a costruire percorsi di formazione personalizzata, sia in modalità frontale di aula sia in outdoor esperienziale.

In sostanza, si parte sempre dalla persona, il vero motore di ogni azione formativa.

Come delineare il profilo o identikit?

Per dare forma al profilo attitudinale di una persona utilizzo due strumenti: colloqui e test attitudinali del profilo. Sono entrambi costruiti con l’obiettivo di arrivare a tracciare una vera e propria analisi S.W.O.T. della persona: punti di forza, punti di debolezza, rischi, opportunità, piani di sviluppo formativi sartoriali.

Non potrei concepire l’utilizzo dei test senza i colloqui, uno senza l’altro. Colloqui e test sono parte della stessa indagine. Uno è parente dell’altro, si aiutano a vicenda e contribuiscono in egual misura al tratteggio del profilo.

Ne parlerò sicuramente in futuro su questo blog, per approfondire l’utilizzo dei test de La mentalità sportiva in ambito privato, aziendale e sportivo.

La profilazione come l’identikit

Già avete letto in altri racconti di questo blog che amo andare all’origine delle parole e al loro significato più profondo. Il Garzanti della Lingua Italiana introduce il concetto di profilazione come “l’insieme di attività di analisi ed elaborazione dati che può essere riferito a utenti, clienti e persone, al fine di creare categorie o gruppi omogenei…”.

Il paragone con l’identikit ci può stare se pensiamo alla procedura in uso presso le forze di polizia di molti Stati del mondo, che consente di ricostruire, attraverso le indicazioni di testimoni oculari, i tratti del viso di individui sconosciuti, ad esempio protagonisti di episodi criminosi o persone scomparse.

Nel mio caso non devo ricostruire i tratti del viso ma quelli della personalità, della comunicazione e di altri fattori che di volta in volta sono propri della persona ma funzionali alla strategia individuale o del team. Anche in questo caso il tratteggio prende forma pian piano grazie a passaggi graduali.

Nella seconda parte continuerò a raccontarvi i passi che conducono alla definizione dell’identikit che chiamo profilo.

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