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L’Italia è stata eliminata dalla Macedonia del Nord. Non parteciperà alla fase conclusiva dei Campionati del Mondo, che prenderanno il via il 21 Novembre 2022 in Qatar. La delusione è enorme, per il c.t. Roberto Mancini, i giocatori e per tutti coloro che, come me, amano sinceramente l’Italia dello sport.

Da mesi, le difficoltà della nostra Nazionale di calcio erano sotto gli occhi di tutti. Dalla notte di Wembley (luglio 2021) in cui ci siamo laureati Campioni d’Europa, nulla più era riuscito come prima. Così, mentre sono in attesa di sapere che cosa farà il nostro commissario tecnico, sento di condividere le mie emozioni e di fare alcune analisi formative, non politiche o di tifo, per spiegare perché Mancini deve restare alla guida della nostra nazionale.

Premessa (Le ultime ore)

Ricordiamo, prima di iniziare, la cronaca delle ultime ore. Gabriele Gravina, dal 2018 Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha confermato l’allenatore che dal canto suo, al rientro nel centro federale di Coverciano ha parlato ai campioni d’Europa dando, dicono, l’impressione di voler proseguire, nonostante questo stop clamoroso.

L’Italia del calcio si è scatenata con i soliti leoni da tastiera che stanno ricoprendo di insulti giocatori e allenatore. Non è il modo di affrontare le discussioni, mi piace ragionare per dati oggettivi. Non comprendo gli insulti, tutta la squadra contro la Macedonia del Nord si è impegnata, anche se qualcosa non è girato per il verso giusto.

Dobbiamo capire le cause di sconfitte e vittorie per crescere e migliorare. E guardare avanti, sempre con rispetto, quello che abbiamo usato l’11 Luglio quando gli stessi, che oggi sputano insulti, erano per strada con il tricolore a festeggiare la vittoria.

Credo che Mancini farà il gesto di dimettersi perché è giusto che il leader si prenda le proprie responsabilità dopo un risultato negativo. Allo stesso modo Gravina dovrebbe respingerle, dando un segnale di compattezza e discutere con il c.t. di novità e programmi come, per esempio, gli investimenti sui giovani italiani e sugli spazi che la nazionale deve per forza avere per potersi allenare, fare gruppo e giocare, senza che i club fagocitino ogni data del calendario. Non dimentichiamo che la partita con la Macedonia del Nord è stata preparata stando insieme solo 72 ore, con i giocatori arrivati domenica sera al raduno post campionato.

Perché Mancini, dunque, dovrebbe restare? Ecco alcune motivazioni del tutto personali.

1. Mancini è Campione d’Europa in carica

E’ un commissario tecnico che non ha solo perso. Ha vinto dopo 53 anni un Campionato Europeo, riportando in Italia un trofeo che mancava dal 1968. Il 28 dicembre 2021 su questo blog (Clicca qui) ho assegnato a Roberto Mancini il piccolo Oscar de La mentalità sportiva con queste motivazioni: è stato bravo a smantellare una mentalità conservatrice che da sempre esiste nel nostro calcio nazionale; ha fatto giocare l’Italia in modo moderno e diverso da sempre, senza fuoriclasse a disposizione; ha puntato decisamente fin dall’inizio sui giovani; con il bel gioco e il coraggio, ha vinto e ha convinto anche chi del gioco italiano aveva preconcetti antichi; si è costruito intorno uno staff tecnico di amici e di personalità autorevoli, a partire da Gianluca Vialli e Daniele De Rossi, veri leader spogliatoio; ha creato uno spirito di emulazione che gli stessi atleti alle Olimpiadi di Tokyo hanno riconosciuto come leva vincente per ripetere le stesse imprese della Nazionale di calcio. E ora? Tutto dimenticato?

2. E’ apprezzato dai giocatori

Un particolare non di poco conto è che Mancini è apprezzato e stimato dal gruppo e dall’ambiente calcistico. In questo senso c’è una grande differenza con Giampiero Ventura, l’altro tecnico che mancò la qualificazione ai Mondiali di Russia. In questi giorni le dichiarazioni di molti giocatori, ex giocatori ed allenatori di calcio, pur conditi dall’amarezza, lasciano intendere che Mancini dovrebbe continuare. E non è poco. L’ambiente, pur comprendendo il dramma sportivo, sta ragionando in questa direzione. E non è poco.

3. Il dovere della continuità

In queste ore sento parlare di rivoluzione, di cambiamenti totali e non sono per nulla d’accordo. Abbiamo un gruppo giovane, di prospettiva e una grande potenziale Under 21. Molti giovani italiani stanno facendo molto bene in serie B, bisogna farli giocare anche in serie A e creare per loro esperienza internazionale.

La capacità di Mancini è stata anche la sua idea visionaria di pescare giovani e di lanciarli, è uno che ama puntare sui talenti, in questo rivede se stesso quando Tarcisio Burgnich lo lanciò a 16 anni in serie A. Perché, dunque, buttare tutto? Il gioco dell’Italia non è dispiaciuto, in queste ultime partite ho visto involuzione, limiti realizzativi e appagamento ma non si deve cestinare niente.

4. Il ranking FIFA

La classifica mondiale della FIFA o Ranking mondiale FIFA è un sistema di classificazione per nazionali di calcio, stilato mensilmente dalla FIFA per rendere possibile paragoni oggettivi tra le forze relative delle squadre nazionali attive in campo internazionale. La classifica viene compilata attraverso un sistema a punti, calcolati in base ai risultati delle partite internazionali.

Al 10 Febbraio 2022 l’Italia occupa il sesto posto, ora, vero, rischia di uscire dalla top ten ma nel 2018, quando Mancini prese la Nazionale era, se non ricordo male, al quattordicesimo posto.

Anche qui non mi sembra di rilevare disastri, anzi un miglioramento.

5. I record dell’Italia

In questo momento l’Italia di Mancini detiene record importanti: 11 vittorie consecutive e 37 risultati utili senza sconfitte. Quest’ultimo record è mondiale, nel senso che nessuna nazione al mondo può vantarlo. Al di là del risultato, questo denota che c’è stato e c’è un progetto di gioco che si fonda sulla continuità. E questo, come l’aver creato un gruppo coeso, è un grande merito dell’allenatore.

6. Si torna a giocare molto presto

A breve ci sono appuntamenti importanti che aspettano l’Italia, occasioni per costruire alternative a chi lascerà per limiti di età, come Chiellini. Il primo giugno 2022 i campioni d’Europa (Italia) e del Sud America (Argentina) si sfideranno a Wembley per la Supercoppa delle Nazioni, ribattezzata Supercoppa Maradona. Tre giorni dopo scatta la Nation League con Ungheria, Germania e Inghilterra. Il prossimo anno iniziano già le partite di qualificazione all’Europeo 2024 che si terrà in Germania. 

Supercoppa Maradona

Italia Campione d’Europa e Argentina vincitrice della Coppa America per nazioni – 1 Giugno 2022 Wembley

Possiamo permetterci rivoluzioni e ricominciare daccapo ogni volta? Non mi sembra che ci ci possa concedere salti nel buio.

7. Le possibili alternative a Mancini?

Ho sempre pensato che un allenatore che arriva ad allenare la Nazionale debba aver maturato esperienza internazionale: non solo, tra i requisiti dovrebbe aver vinto almeno un campionato estero o una Coppa Europea di prestigio. Fuori i nomi, se qualcuno vuole azzardare. Tolto Carlo Ancelotti che per ragioni economiche non verrà mai, non mi sembra che per questa panchina esistano allenatori italiani pronti a prendere il comando con questi requisiti. Mancini ha l’esperienza internazionale confermata dai successi.

Le mie conclusioni

Nella costruzione di una squadra, ci vuole pazienza e gradualità. Superare un fallimento significa innanzitutto riconoscerlo. Per prima cosa va sconfitta la sensazione di aver fallito. Per fare questo si deve guardare ai punti di forza. Un progetto, una relazione o un altro obiettivo non andato a buon fine potrebbe portare di sicuro allo sconforto. Se però riconosci questa delusione e accetti gli errori che hai commesso (Mancini lo farà), sarai in grado di voltare pagina. Ora è il momento dei dati oggettivi e questi, per ora, sono ancora dalla parte di Roberto Mancini. Va elaborata una nuova strategia di concerto con i vertici del calcio.

Va elaborata anche una cultura della sconfitta come fattore naturale dello sport. Fa parte del ciclo dell’apprendimento, come la vittoria. Mancini deve restare soprattutto per questo: per costruire una cultura in cui che aiuti l’intero movimento a crescere. Se io fossi al posto suo resterei per continuare a costruire qualcosa di importante, con nuovi giovani giocatori. In fondo se lo è meritato e non deve lasciare dopo un risultato negativo. Se la FIGC lo vuole tenere, resti e ci faccia capire che perdere e vincere sono la meraviglia dello sport.

Andarsene ora significherebbe far vincere la cultura del risultato a tutti i costi, quella del ricominciare sempre da zero per vincere subito. Senza accorgersi che in realtà stai già perdendo di nuovo.

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